Quando sono in partenza mi regalo la bellezza del nuovo, con uno sguardo diverso.
E come di consueto, poco prima di partire ho bisogno di passare da lui.
Un tempo, sentivo un profondo sentimento di dispiacere per dover lasciare mio fratello Giacomo e per non poter trascorrere ogni momento quotidiano con lui.
I suoi limiti gli impediscono molte cose, la sua vita è semplice e gira quasi esclusivamente intorno ai bisogni primari, a causa della sua grave disabilità.
Il mio cuore si attanagliava e più o meno inconsciamente mi faceva vivere le esperienze a metà, come a dover pareggiare il suo corpo imprigionato.
Ciò che il tempo ha mantenuto invariato è che ogni qualvolta trascorro dei momenti da sola con lui, il significato del mio quotidiano assume un nuovo ordine delle priorità.
Anche se non possiamo parlare, con la sua serenità sa come far tornare i miei pensieri coi piedi per terra.
Eh sì, perché la mia vita di adulta mi travolge di complessità di emozioni, di pazienti in movimento, di progetti in stand by, di amicizie che vanno e vengono, di sentimenti in continua mutazione, di occhi che mutano, che ad ogni battito di palpebra sbattono sulla cornea e mi cambiano di continuo la messa a fuoco.
Lui, anche se forse non lo sa, mi ricorda che i miei occhi del cuore vedono ancora bene.
Mi trasmette che il nostro legame è indissolubile, è oltre il tempo, è in tutto quello che sono e che faccio nella mia vita di Giulia e di terapeuta.
E quando mi concede una carezza sul volto, mentre ci salutiamo, mi riprometto tutte le volte di non dimenticarlo.
Ora un nuovo punto di vista mi libera e mi solleva. I suoi sguardi e sorrisi ricchi d’amore giungono puntuali come sempre e mi ricordano di vivere pienamente tutto ciò che incontrerò.
Lo faccio per me, lo faccio per lui.